Reporting di sostenibilità

Sostenibilità e impresa: il binomio è imprescindibile.

Sotto i riflettori ci sono, in particolare, i temi ESG (Enviromental, Social & Governance) e la capacità di fare impresa in modo più etico e circolare. Questa è quella che nel mondo anglosassone viene definita Corporate Social Responsabiity, la responsabilità sociale d’impresa.

La dichiarazione non finanziaria e il bilancio di sostenibilità stanno diventando prassi consolidate non solo nelle grandi aziende ma anche nelle realtà più piccole, che vedono nella capacità di comunicare in modo efficace il proprio impegno verso temi rilevanti per la collettività, un’ottima opportunità per ingaggiare e coinvolgere non solo i clienti finali ma anche i business partner, gli investitori e i dipendenti.

Gli ambiti del report non finanziario

La  Dichiarazione non finanziaria dovrà contenere informazioni:

  1. di carattere ambientale
  2. di carattere sociale
  3. inerenti alla gestione del personale 
  4. inerenti alla tutela dei diritti umani
  5. riguardanti la lotta contro la corruzione

Per approfondire i requisiti specifici da soddisfare leggi  Requisiti della DNF

Normativa di riferimento

Temi come la “responsabilità sociale d’impresa” diventano sempre più rilevante.

Il 28 novembre 2022 il Consiglio Europeo ha approvato in via definitiva la direttiva “Corporate Sustainability Reporting Directive” CSRD, che ha apportato un notevole miglioramento dell’informativa sostenibile e l’estensione ad una più grande platea, che comprende PMI quotate e non quotate, per queste ultime, su base volontaria.

Per approfondimenti leggi:  Evoluzione della normativa sulla DNF e Reporting di sostenibilità 

I soggetti tenuti

Il D.Lgs. 254/2016 introduce l’obbligo di redigere una dichiarazione, individuale o consolidata, di carattere non finanziario in capo ad alcune tipologie di soggetti:

  • Enti di interesse pubblico rilevanti EIPR
    • con più di 500 dipendenti
    • con attivo dello Stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro, oppure il totale dei ricavi delle vendite pari o superiore a 40 milioni di euro
  • Società madri di un gruppo di grandi dimensioni
  • Grandi imprese, con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di fatturato, e/o 20 milioni di attività
  • PMI quotate

Per approfondimenti leggi: La DNF: obbligo e volontarietà

Come possiamo aiutarti?

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Quando saranno applicate le disposizioni?

Dal 1 gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (Eipr) già soggette alla Direttiva sulla rendicontazione non finanziaria, con scadenza delle relazioni nel 2025.

Dal 1 gennaio 2025 per le grandi imprese non soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026.

Dal 1 gennaio 2026 per le PMI quotate e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027, le PMI quotate possono però scegliere di non partecipare fino al 2028.

 

Chi controlla la DNF?

Il collegio sindacale ha il compito di effettuare la verifica interna, La società di revisione effettua la verifica esterna Approfondisci

 

 

 

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